Mostra 2.0 Mp
This story begins by chance. And these photographs… were born from a reflection.
It was late 2009. I was walking along a beach somewhere in Tuscany.
At some point, something caught my eye a small glimmer, a faint reflection coming from the shoreline, almost hidden among the grains of sand.
I walked closer. Someone had lost an iPhone, probably dropped from their pocket while they were distractedly gathering their things before heading home. It had taken a hard hit: the screen was cracked, the system sluggish. And yet, in the following days, with a bit of patience, I managed to bring it back to life.
Six years later...
By 2014, the iPhone was barely hanging on. Every action took time, every tap was a gamble. So I decided to download everything it held: thousands of photos, taken without hurry, often without a clear intention. Then I tucked it away in a drawer like something you want to remember, but no longer need to touch.
The images, saved on an old hard drive, stayed there. For years. A forgotten archive.
Until, six months ago, almost by accident, I opened that folder. And suddenly they reappeared.
It was late 2009. I was walking along a beach somewhere in Tuscany.
At some point, something caught my eye a small glimmer, a faint reflection coming from the shoreline, almost hidden among the grains of sand.
I walked closer. Someone had lost an iPhone, probably dropped from their pocket while they were distractedly gathering their things before heading home. It had taken a hard hit: the screen was cracked, the system sluggish. And yet, in the following days, with a bit of patience, I managed to bring it back to life.
Six years later...
By 2014, the iPhone was barely hanging on. Every action took time, every tap was a gamble. So I decided to download everything it held: thousands of photos, taken without hurry, often without a clear intention. Then I tucked it away in a drawer like something you want to remember, but no longer need to touch.
The images, saved on an old hard drive, stayed there. For years. A forgotten archive.
Until, six months ago, almost by accident, I opened that folder. And suddenly they reappeared.
Questa storia comincia per caso. E queste fotografie… nascono da un riflesso.
Era la fine del 2009. Camminavo sulla spiaggia, da qualche parte in Toscana.
A un certo punto, qualcosa attirò la mia attenzione: un piccolo luccichio, un riflesso sottile che proveniva dalla riva, quasi nascosto tra i granelli.
Mi avvicinai. Qualcuno aveva perso un iPhone, probabilmente caduto di tasca mentre, distrattamente, sistemava le proprie cose prima di rientrare a casa. Aveva preso un brutto colpo: lo schermo era incrinato, il sistema lento. Eppure, nei giorni successivi, con un po’ di pazienza, riuscii a farlo ripartire.
Sei anni più tardi…
Nel 2014, l’iPhone arrancava sempre di più. Ogni gesto richiedeva tempo, ogni tocco era un tentativo. Così decisi di scaricare tutto ciò che conteneva: migliaia di fotografie, scattate senza fretta, spesso senza un intento preciso. Poi lo riposi in un cassetto, come si fa con le cose che si vogliono ricordare senza più toccare.
Le immagini, salvate su un vecchio hard disk, rimasero lì. Anni. Un archivio dimenticato.
Finché, sei mesi fa, quasi per sbaglio, aprii quella cartella. E all’improvviso riapparvero.
Era la fine del 2009. Camminavo sulla spiaggia, da qualche parte in Toscana.
A un certo punto, qualcosa attirò la mia attenzione: un piccolo luccichio, un riflesso sottile che proveniva dalla riva, quasi nascosto tra i granelli.
Mi avvicinai. Qualcuno aveva perso un iPhone, probabilmente caduto di tasca mentre, distrattamente, sistemava le proprie cose prima di rientrare a casa. Aveva preso un brutto colpo: lo schermo era incrinato, il sistema lento. Eppure, nei giorni successivi, con un po’ di pazienza, riuscii a farlo ripartire.
Sei anni più tardi…
Nel 2014, l’iPhone arrancava sempre di più. Ogni gesto richiedeva tempo, ogni tocco era un tentativo. Così decisi di scaricare tutto ciò che conteneva: migliaia di fotografie, scattate senza fretta, spesso senza un intento preciso. Poi lo riposi in un cassetto, come si fa con le cose che si vogliono ricordare senza più toccare.
Le immagini, salvate su un vecchio hard disk, rimasero lì. Anni. Un archivio dimenticato.
Finché, sei mesi fa, quasi per sbaglio, aprii quella cartella. E all’improvviso riapparvero.















